I Suoni delle Dolomiti 2018 al Rifugio Roda di Vael

I Suoni delle Dolomiti 2018 al Rifugio Roda di Vael

Quella di cui parliamo oggi non è un’escursione, almeno per come l’ho vissuta io (ndr. Matteo), né una vera e propria passeggiata, ma una splendida esperienza che ogni anno si ripete in varie località del Trentino: stiamo parlando della Rassegna Musicale “I Suoni delle Dolomiti“, e in particolare di un evento del 2018 che si è svolto nei pressi del Rifugio Roda di Vael.

Di cosa si tratta? “I Suoni delle Dolomiti” è un festival musicale in cui tutti i concerti si svolgono ad alta quota; ogni anno si alternano artisti di spessore internazionale ai musicisti trentini, per garantire eventi davvero suggestivi e da ricordare. Tra le proposte del 2018 ci eravamo orientati verso quella del 29 Luglio, in quanto domenica e in quanto davvero interessante: la fusione tra il suono della tromba di Paolo Fresu, celebre musicista italiano della scena jazz, e la banda musicale ladina della Val di Fassa “Musega de Poza” (con sede a Pozza di Fassa). Dove si svolgeva il concerto? Nei pressi del Rifugio Roda di Vael. Troveremo il posto esatto? Beh, basta seguire il flusso di persone: la manifestazione è ormai molto sponsorizzata e conosciuta, per cui tutti i concerti sono molto frequentati (fin troppo!). Quello che segue è il racconto di quella fantastica giornata.

Sede del Concerto, su Google Maps:

L’idea iniziale era quella di arrivare al Passo Costalunga, parcheggiare e decidere lì, in base all’ora, se andare su a piedi o prendere la Seggiovia. Ebbene: prima il traffico, poi l’enorme fatica a trovare un posticino dove lasciare la macchina ci costringono a prendere la Seggiovia Paolina (nonostante la fila interminabile anche per quella) per recuperare un’ora e riuscire ad arrivare su in tempo…

Partenza da Passo Costalunga

Che poi in realtà un giro in seggiovia non dispiace mai, bisogna dire la verità…

Seggiovia Paolina

Arriviamo al Rifugio Paolina e subito ci mettiamo in cammino, prendendo il Sentiero 539: non c’è tempo da perdere! Dovremo praticamente girare attorno alla Roda de Vael fino al Rifugio e oltre, percorso fantastico! Il sentiero è molto panoramico e, seppure di corsa, non possiamo evitare di ammirare il paesaggio e fare qualche foto.

Incrociamo un’enorme aquila in bronzo, presa d’assalto dai bambini: è il Monumento a Christomannos (celebre alpinista), ma ci soffermeremo eventualmente al ritorno; proseguiamo.

Panoramica verso Passo Costalunga

In circa mezz’ora arriviamo al Rifugio Roda de Vael, posto in zona altrettanto panoramica e spettacolare.

Rifugio Roda di Vael

Saremmo in orario, se il concerto non fosse stato preparato qualche metro più in là, in direzione del Passo delle Cigolade… Fortunatamente l’organizzazione non ha lasciato nulla al caso, le indicazioni sono puntuali ed evidenti: prendiamo il Sentiero 549 e ci rimettiamo in marcia.

Suoni delle Dolomiti

Si fa per dire: come già detto il prestigio e la fama di cui gode il festival, uniti al fatto che l’orario odierno risulta comodo ai più, comportano un assembramento di appassionati e curiosi che portano al sovraccarico del sentiero. Ci troviamo per la prima volta nella nostra vita ad avanzare in fila indiana e passo lento in alta montagna, un incolonnamento degno di un’uscita autostradale a Ferragosto!

Sentiero 549 affollato

Per fortuna questa situazione “spiacevole” dura solo 20 minuti: siamo arrivati!

La sede del concerto

Ora non ci resta che trovare un posticino libero dove distendere il plaid per mangiare un panino e ascoltare.

La “Musega de Poza”

Mentre ci facciamo cullare dalle note dei numerosi strumenti musicali che gli orchestrali hanno portato fin qui, possiamo ancora fermarci a guardare quanto di buono le dolomiti abbiano da regalarci: da questa “terrazza” prestigiosa, riusciamo a cogliere perfino il ghiacciaio della Marmolada sullo sfondo, che spettacolo!

La Marmolada sullo sfondo

Ma ora basta, in silenzio e ascoltiamo!

Una splendida ora di divertimento e relax (sarebbe stata addirittura un’ora e mezza, se fossimo arrivati in orario…) ed è già il momento di ripartire. Il tempo fortunatamente ha retto (solo qualche gocciolina, oltre alla pioggia che abbiamo generato noi con lo schioccare delle dita, vd. video), ma dobbiamo rimetterci in fila per tornare indietro.

Ritorno altrettanto caotico

Questo dell’ingorgo è forse l’unico aspetto negativo di questa esperienza (anche se in parte dipende dal nostro aver fatto tutto il viaggio in giornata: se fossimo partiti alla mattina già in Val di Fassa sarebbe stato tutto più tranquillo).

La Val di Fassa

Ma tutto ciò non importa: anche se rallentati abbiamo fatto conoscenza con gli altri amanti della montagna e della musica (cosa c’è di più bello?) e siamo tornati insieme al Rifugio Roda di Vael.

Ritorno al Rifugio Roda di Vael

Avendo più tempo e calma rispetto all’andata, possiamo notare come il Col de Ciampac a fianco del Rifugio sia molto amato e frequentato da tutti!

Il Col de Ciampac e la Val di Fassa

Facciamo pausa in Rifugio, prendendo un caffè e ripensando a quanto visto (e sentito) oggi.

La via del ritorno ci consente ancora di ammirare dall’alto la Val di Fassa e il Passo Costalunga.

Di ritorno al Passo Costalunga
Il Latemar e Carezza

Siamo quasi arrivati al Rifugio Paolina, guardiamo l’orologio e ci diciamo: scendiamo a piedi al Passo? Certo, bisogna!

Sentiero 539 verso il Rifugio Paolina

Ed ecco che allora ci accodiamo a tre giovani scalatrici che chissà cosa avranno visto oggi… Il sentiero è molto bello, interamente nel bosco, la prima parte a gradini e poi in sterrato ripido ma sicuro.

Discesa al Passo Costalunga

Oggi comunque non descriviamo un’escursione, ma un’emozione! Arriviamo in circa 30 minuti al Passo Costalunga e ci giriamo solo un paio di volte a rivedere la Roda de Vael che ci ha accompagnato tutta la giornata.

Roda di Vael dal Passo Costalunga

Che splendida esperienza! Da ripetere? Certo, CoViD-19 permettendo… MV