Oggi ritorniamo in Val di Zoldo per una piacevole escursione, interamente nel bosco, che ci porterà al Rifugio Casel Sora ‘l Sass – Giovanni Angelini, sull’altopiano Sora ‘l Sass degli Spiz di Mezzodì. I tempi di percorrenza stavolta non saranno molto precisi, perché ci siamo intrattenuti per molto tempo nel bosco a scattare foto: siamo arrivati in cima con quasi un’ora di ritardo rispetto al previsto (D’Oh!)… Ma iniziamo!
- Data dell’Escursione: 07.07.2020
- Partenza: Baron, Forno di Zoldo (BL) (851m slm)
- Arrivo: Rifugio Casel Sora ‘l Sass Angelini (1588m slm)
- Durata del percorso di andata (stesso percorso al ritorno): 1h30m
- Difficoltà: Media T-E (prima parte Turistica, fino alla Casera di Mezzodì, seconda parte Escursionistica E fino al Rifugio)
- Consigli utili: utilizzare calzature adatte
La prima cosa da fare è, come al solito, trovare un posto dove lasciare la macchina. Nella frazione di Barat, subito dopo aver attraversato il torrente, è presente un piccolo parcheggio sulla destra; la strada da prendere è invece quella che sale a sinistra verso Baron.
Appena superato il cartello che indica Baron, prendiamo sulla destra la strada contraddistinta dall’indicazione di divieto di transito ai veicoli a motore e dal primo cartello del Rifugio.
Ecco che subito l’asfalto lascia spazio allo sterrato: è un brevissimo tratto pianeggiante sotto il sole, ma presto gireremo verso il bosco.
Dopo pochi passi sulla sinistra possiamo intravedere, un po’ nascosto dalla vegetazione, un piccolo ponticello in legno, oltrepassato il quale leggiamo la seconda indicazione del sentiero, anch’essa non molto visibile per chi arriva da Forno di Zoldo.
Un albero ci invita a salire seguendo il Sentiero 534, ma subito troviamo il primo facile guado.
Non so se siamo noi a “non essere in giornata” ma, quando arriviamo a questo passaggio, non ci sembra chiarissimo da che parte andare: mi pare opportuno riportarvi con una freccia la direzione da seguire.
Da questo momento il sentiero, stretto, procede alternando salita a tratti pianeggianti.
Questi ultimi sono stati anche identificati con nomi simpatici quali “Pausa Piccola” e “Pausa Granda”.
L’ascesa è agevolata dall’andamento a zigzag del percorso, con tornanti che non spezzano più di tanto il ritmo.
Al di là di quanto scritto all’inizio, per tutta la parte rimanente del sentiero le indicazioni sono presenti e ben visibili: il numero 534 ci accompagnerà per tutta la giornata.
Anche oggi (ndr. 07 Luglio 2020) fa molto caldo, ma fortunatamente siamo protetti dagli alberi per tutta la durata del tracciato.
L’ultimo spiazzo dedicato al riposo riporta l’indicazione “I Aialét”… Cosa vorrà dire? Boh, anzi D’Oh!
Finalmente ci avviciniamo al termine della prima parte del percorso: intravediamo una casera…
Sì, è confermato: il bosco lascia spazio ad una radura su cui prende posto la Casera di Mezzodì.
Tempo previsto: 45 minuti; tempo da noi impiegato con andatura turistica: 1h30m… Bisogna recuperare il tempo perso!
In realtà la seconda parte del sentiero è anche quella più impegnativa: molto ripida e in alcuni punti più scivolosa, per via dei sassi talvolta umidi.
Anche in questo caso l’andamento a serpentina del percorso agevola, almeno in parte, la risalita e permette di fermarsi per vedere alle nostre spalle il Monte Pelmo.
Dopo circa 30 minuti termina anche questo tratto duro e ci ritroviamo nuovamente in piano: siamo quasi arrivati.
Dopo 2h30m siamo finalmente giunti alla meta dell’escursione, il Rifugio Casel Sora ‘l Sass Angelini. Ribadisco che la colpa della dilatazione nei tempi di percorrenza è mia, ma esprimo qualche perplessità sulla reale possibilità di arrivare in 1h30m; ci torneremo…
La struttura è molto piccola ma accogliente: nel 2020 rimane il problema di garantire la distanza tra tutti gli ospiti di almeno un metro (CoViD-19), perciò i gestori invitano le persone a sedere sulle ampie tavolate in legno all’esterno, anche perché non siamo in tanti qui, almeno oggi.
Ci sediamo a mangiare pastin e polenta e ci guardiamo attorno: siamo al cospetto degli Spiz di Mezzodì, ma intravediamo anche qualche altra vetta… Nel frattempo non ci lasciamo sfuggire il timbro del rifugio per la nostra collezione.
Dopo il pranzo seguiamo le indicazioni per il “Belvedere Picol” (il “Belvedere Grant” magari lo raggiungiamo la prossima volta…), che partono dietro alla struttura che il rifugio utilizza come dormitorio.
Il percorso è breve: in 5-10 minuti si arriva ad una fantastica terrazza panoramica che ci consente di ammirare tutta la Val di Zoldo dall’alto, con il Monte Pelmo e il Monte Civetta. Uno spettacolo che vale il “biglietto”!
Rimaniamo in ammirazione per qualche minuto, poi bisogna rientrare: di nuovo nel bosco, sullo stesso tracciato dell’andata.
In un’ora riusciamo a rientrare alla base: forse allora la famosa ora e mezza di ascesa è fattibile… Chissà…
Chiedo scusa se stavolta i tempi sono così teorici: ci torneremo e verificheremo meglio il dato. Alla prossima! MV
AGGIORNAMENTO 2023: Ecco la Mappa del Percorso (in ROSSO il tracciato)