Oggi è il 15 Giugno. E come ogni 15 Giugno, ormai da QUATTRO Anni, pubblichiamo un articolo diverso dal solito, per festeggiare il nostro Anniversario! Buon Compleanno Dolomiti.Blog!
Ma veniamo a noi: qual è la Particolarità dell’Articolo Celebrativo 2023? Dopo la Prima Escursione in Alpago (2020), la Prima Escursione sul Nevegal (2021) e la Prima Escursione veronese (2022), oggi per la prima volta “sbarchiamo” in provincia di Vicenza! E quale migliore occasione, per festeggiare 4 anni, se non affrontare i 4444 Scalini della Calà del Sasso? Partiamo!
- Data dell’Escursione: 20.10.2022
- Partenza: Val Frenzela, SP73, Secondo Tornante, Valstagna (VI) (221m slm)
- Arrivo: Sasso di Asiago (965m slm)
- Durata del percorso di andata: 2h
- Durata del percorso di ritorno: 1h15m
- Lunghezza del percorso: 2,5km (solo andata)
- Difficoltà: Media TE
- Consigli utili: utilizzare calzature adatte
- Note: il foliage autunnale rende tutto il percorso scivoloso; il percorso di ritorno è a tratti esposto
Il Punto di Partenza è il Secondo Tornante della Strada Provinciale 73 che sale da Carpané a Foza: all’interno della curva c’è un comodo parcheggio, mentre all’esterno un ampio pannello ci illustra le caratteristiche principali della nostra escursione.
Partiamo subito per il tratto pianeggiante di sentiero sterrato che ci porterà ai piedi della scalinata.
Ma la prima cosa che incontriamo sul nostro cammino è una pratica e attrezzata Palestra di Roccia, allestita presso la Falesia della Calà del Sasso.
Il “presunto” guado che affrontiamo totalmente all’asciutto (ndr. Autunno 2022) ci fa sperare che in primavera il letto del torrente torni ad accogliere almeno un po’ d’acqua…
Dopo un quarto d’ora di serena passeggiata appare davanti a noi la Scalinata: ci siamo.
Un gazebo sulla destra, dove eventualmente fermarsi per una pausa (per noi è troppo presto!) ci fornisce le ultime informazioni di cui possiamo avere bisogno.
Si parte subito con una discreta salita, come sempre manteniamo un passo costante per non affaticarci inutilmente.
Talvolta, come sempre accade, la salita viene moderata da tornanti.
Dopo 5 minuti di salita sulla nostra sinistra troviamo una grotta, la “Volta de Majo”.
Subito dopo appare un Bivio, ma la deviazione non ci interessa.
A spezzare la salita c’è anche il “Pian dee Fiorentine”.
Quando iniziamo a chiederci come faremo a capire quanto manchi al termine, ecco un’apparizione: un cartellino a bordo strada ci indica che siamo a un quarto del percorso. Idea intelligente!
Continuando a salire incontriamo un Secondo Bivio: non lo sappiamo ancora, ma ci sarà utile più tardi (SPOILER: concluderemo qui il nostro giro ad anello).
Dopo una ventina di minuti di ascesa ci ritroviamo a percorrere quello che sembra un Canyon (per dirla all’americana).
Come scritto nelle note dello schema iniziale, l’unico pericolo è dato dal manto di foglie secche che, per via dell’umidità del bosco ombroso, rende scivolosi alcuni tratti di sentiero; fortunatamente questi tratti sono attrezzati.
All’interno del canyon gli scalini si sviluppano anche con due tornanti consecutivi.
Uscendo dalla forra troviamo uno dei pochi imprevisti di oggi: il sentiero è parzialmente alterato da una frana che comunque, con gli scarponi ai piedi, non è un problema superare.
Si continua a salire nel bosco, immersi nel silenzio della natura; ai 45 minuti di ascesa ci appare il segnale “Sei a Metà (Percorso)”
Chi inizia ad essere stanco, può affidarsi a Sant’Antonio! Si scherza…
La Scalinata è continua e costante, il Percorso non è per niente affollato e ci ricorda per alcune caratteristiche il Sentiero della Speranza affrontato l’anno scorso…
Un’altra piccola frana compare alla nostra sinistra, ma anche qui nessun problema a superarla.
I tornanti successivi iniziano a presentare delle sculture in legno a tema animale: belle!
I colori che ci regala un bosco in autunno sono qualcosa di straordinario: se avessimo ancora una macchina fotografica a pellicola, oggi finiremmo parecchi rullini!
A poco più di un’ora dal primo scalino incontriamo il “Sei a Tre Quarti”.
Ancora pochi minuti e passiamo per il “Camin”.
Quando il bosco inizia a diradare, il sentiero si restringe: ci avviciniamo alla conclusione?
Non ancora… Si continua a salire, ecco un altro tornante.
Torniamo in un tratto più ombroso e a contatto con la roccia, ma l’impressione è che non manchi tanto…
…ed infatti in men che non si dica vediamo la luce in fondo al tunnel!
Arriviamo a Sasso dopo 1h30m di scalini e un po’ meno di 2 ore dal parcheggio. Davvero un’escursione rigenerante!
A questo punto, prima del pranzo, decidiamo di salire al centro di Sasso. Il giardino che ci accoglie al termine del sentiero sarebbe anche attrezzato con panchine e tavoli, ma aspettiamo ancora qualche minuto per il panino.
I cartelli ci indicano la direzione per raggiungere il paese.
Ci avviamo con circospezione cercando un cartello di aiuto e lo troviamo alla nostra destra, dopo la sede della “Società Sportiva Sasso”.
In realtà questa non è altro che una scorciatoia pedonale per evitare la strada asfaltata.
Anche qui non ci facciamo mancare qualche gradino, così riusciamo a superare i 4450 del giorno!
Davanti a noi il Museo della Grande Guerra è chiuso per restauro (ma anche perché è orario di pranzo!), seguiamo la strada e saliamo ancora un po’.
Finalmente arriviamo alla Chiesa di Sasso, il punto più alto della nostra uscita odierna! Adesso è davvero il momento di pranzare e riflettere sul da farsi.
Si potrebbe rientrare per lo stesso percorso di andata, ma a noi le cose semplici e lineari non sono mai piaciute! Prendiamo la strada verso Gallio, come suggerito anche dai cartelli CAI a bordo strada (noi seguiremo il Sentiero 778B, dato che l’Andata era il 778).
Pochi passi e già ci troviamo a lasciare l’asfalto: c’è l’apposita indicazione verso destra, evidenziata anche da uno gnomo di legno.
All’inizio quella che affrontiamo sembra una discesa ampia e graduale…
…ma al momento del restringimento del sentiero, capiamo che questa via del ritorno sarà invece impegnativa!
Addirittura incontriamo un breve tratto completamente esposto (che attraversa una bella frana): chi è poco avvezzo agli imprevisti è meglio se percorre la via di andata anche al ritorno.
La discesa prosegue su via stretta, rapida e ripida…
…e in poco meno di un’ora rientriamo nel Sentiero di andata.
Adesso possiamo di nuovo, e per l’ultima volta, affrontare alcuni dei 4444 scalini che danno nome e significato all’escursione di oggi.
Anche per oggi riusciamo ad arrivare al termine del Sentiero, stanchi ma soddisfatti.
Gli ultimi passi servono a tornare alla macchina. Per Giugno è tutto! MV
P.S. Ecco la Mappa del Percorso, in ROSSO l’Andata e in GIALLO il Ritorno